A playlist made in Normandy

La mia vita senza musica non avrebbe senso. Voilà. La ascolto quando sono triste, o allegra, quando ho bisogno di energia o di calma. Quando sono sola, in compagnia, arrabbiata, affamata o in grazia di Dio. E il bello è che funziona.

Sempre.

Oltre ad essere la mia arma (non tanto segreta), la musica è stata anche l’oggetto principale della mia vita professionale. Ne ho scritto per anni. Ho intervistato e conosciuto decine di artisti, molti dei quali sono considerati iconiche star del Pianeta. Addirittura?, mi direte. Beh sì… ecco la lista (incompleta):

  • Luciano Pavarotti
  • James Brown
  • Sting
  • Ennio Morricone
  • Lenny Kravitz
  • Genesis
  • Coldplay
  • Annie Lennox
  • Céline Dion
  • Britney Spears
  • Bob Geldof
  • James Taylor
  • Alicia Keys
  • Red Hot Chili Peppers
  • Laurie Anderson
  • Lang Lang
  • Al Jarreau
  • Billy Joel

Ovviamente anche molti italiani: da Vasco Rossi a Gianni Morandi, Francesco De Gregori, Gino Paoli, Claudio Baglioni, Renato Zero, Eros Ramazzotti, Tiziano Ferro, Marco Mengoni, Giorgia, Laura Pausini, Fiorella Mannoia, Elisa, Gianna Nannini, Paola Turci, Arisa, Emma, Alessandra Amoroso, Renzo Arbore, Samuele Bersani, Daniele Silvestri, Giovanni Allevi… e chi più ne ha più ne metta.

con il Principe Francesco De Gregori

Ma – vi starete chiedendo : perché questa autocelebrazione? In effetti non è da me… E sto anche andando fuori tema. Ho cominciato a scrivere questo post perché l’ultima volta che sono stata in Normandia, l’estate scorsa, alcuni miei amici una sera mi hanno fatto ascoltare le loro canzoni preferite. Francesi, ovviamente. Conosco la musica leggera d’Oltralpe, ho sempre amato quella drammatica e introspettiva di Jacques Brel, il timbro graffiante e cool di Serge Gainsbourg, le luci e le ombre della voce di Françoise Hardy, la leggerezza seduttiva di Brigitte Bardot e di Jeanne Moreau, la suprema classe di Georges Brassens e la raffinata unicità di Charles Trenet ed Edith Piaf.

Ma grazie a Yann e Claire (encore merciiiiiiiii!!!) ho scoperto dei veri e propri gioiellini, come La vie ne vaut rien di Alain Souchon e Le petit bal perdu di André Bourvil. Se avete tre minuti vi consiglio vivamente di guardare il video qui sotto. Poesia pura.

Questa è la versione originale.

Quella sera ho scoperto il mondo di Jacques Higelin, e il linguaggio della sovversiva Brigitte Fontaine, protagonista negli anni Settanta della scena underground francese e nei Novanta sperimentatrice vicina a Bjork e ai Massive Attack.

Ma penso che la cosa migliore sia condividere con voi la playlist che feci quella sera appena tornata a casa. In Bleu&Rouge (questo il titolo) troverete sapori e atmosfere molto diverse tra loro. Per tutti gusti e stati d’animo.

Ballerete con Et moi, et moi, et moi di Jacques Dutronc (ineguagliabile pure la sua Merde in France, presa in giro del tanto celebrato “made in France”) e piangerete con La chanson de vieux amants di Brel. Immaginerete di trovarvi come per magia nella Ville Lumière grazie a Sous le ciel de Paris di Yves Montand e vi immergerete negli occhi di Sylvie Vartan mentre intona la sua hit Irrésistiblement. Se siete depressi, vi sconsiglio vivamente la bellissima Avec le temps di Leo Ferrè

Non solo: nella playlist troverete anche Gino Paoli.
Pourquoi?
Il nostro grande Gino nel 2017 ha inciso “3“, un magnifico album di cover di classici francesi, accompagnato al piano da quel fenomeno di Danilo Rea (p.s. Avec le temps forse supera la versione originale, o comunque le dà nuova linfa rendendola attuale e godibilissima).
Scegliete i vostri colori musicali preferiti (io per esempio se non ascolto almeno una volta al giorno Laisse tomber les filles di France Gall non riesco a carburare).

Dopodiché, se volete, fatemi sapere com’è andata! (SPERO CHE ABBIATE SPOTIFY!!!!)

Cliccate qui per ascoltare Bleu&Rouge.