Rânes: De Gaulle, le fate e l’uomo di Neanderthal

Indovinello: cosa hanno in comune De Gaulle, l’uomo di Neanderthal e le fate? Non sono pazza, tranquilli. La risposta esatta è questa: Rânes. E ve lo posso dimostrare…

Cominciamo col dire che Rânes è un villaggio di mille anime nell’Orne, adorabile (e sottovalutato) dipartimento della Normandia. Immerso nel bocage normanno (il bocage è l’intreccio di siepi, filari, pascoli e fossati che da secoli caratterizzano il nord-ovest della Francia), fa parte di un comune che si estende per oltre tremila ettari.

L’uomo di Neanderthal

Quello di Rânes è un sito preistorico unico al mondo. Qui gli ultimi Neanderthal vissero tra 150 e 40 mila anni fa, divisi in gruppi di 15/30 individui. Sono stati infatti ritrovati i loro strumenti di lavoro: i biface, i coltellini svizzeri dell’epoca, che usavano per cacciare, come coltelli da macellaio o come raschietti. Per vedere le tracce degli ultimi ominidi prima dell’arrivo dell’uomo moderno, basta visitare il Museo della Preistoria che si trova all’interno del castello di Rânes.

La fata Andaine

Costruito nel 1404, il castello di Rânes è dotato di una torre rinascimentale da cui si può godere di una bellissima vista sul borgo e i suoi dintorni. Una torre che un tempo fu abitata da una fata… Si racconta infatti che durante una giornata di caccia, il cavallo di Raoul, signore di Argouges, condusse il suo padrone fino a una fontana per dissetarsi. Lì trovo una donna che si stava immergendo nelle acque limpide e fresche della fontana. Rapito dalla sua bellezza, la invitò nel suo castello. Lei ci mise un anno per decidere, ma alla fine accettò, palesandosi come la fata Andaine. Raoul non perse tempo e chiese subito la sua mano. Per sposarlo, Andaine accettò di diventare umana, ma a una condizione: Raoul non avrebbe mai dovuto pronunciare la parola “morte” in sua presenza. Lui acconsentì, senza capire veramente capire il perché di quella richiesta.

Vissero felici e contenti per sette anni. Una sera erano attesi a un ricevimento e lei ci stava mettendo molto tempo a prepararsi. Raoul furioso salì in camera da letto urlandole: “Ma, insomma, cosa fai? Mi farai prendere dalla morte aspettandoti!”. La fata lo guardò disperata e volò via dalla finestra. L’impronta del suo piede è ancora lì, sulla torre.

De Gaulle

E De Gaulle cosa c’entra?, vi chiederete. È il 10 giugno 1945. È domenica. Un’automobile, una Cadillac Sedan 1939, si ferma davanti alla chiesa di Rânes. A bordo c’è il generale Charles De Gaulle, presidente del governo provvisorio francese, che dopo la Liberazione vuole incontrare e salutare gli abitanti del piccolo villaggio normanno, duramente provato dall’occupazione tedesca e dai bombardamenti degli alleati (che fecero purtroppo molte vittime civili).

De Gaulle a Rânes con il sindaco Marie Hamon
La chiesa di Rânes

De Gaulle, arrivato dalla vicina Briouze, viene acclamato sulla piazza del villaggio. Dalla folla festosa si staccano due bambine. Sono due gemelle, figlie di Fernand Fontellaye, arrestato dalla Gestapo l’11 maggio 1944 e morto durante la deportazione. Le piccole offrono dei fiori al generale, sotto lo sguardo del sindaco di Rânes, Marie Hamon. De Gaulle pronuncia un breve discorso, che si conclude con una vibrante e coinvolgente Marsigliese. Prima di ripartire, il generale fa visita a un suo amico d’infanzia di Lille, Claude Richard, proprietario del castello.

La chiesa di Rânes

Sono pochissime le abitazioni miracolosamente sfuggite ai bombardamenti che rasero al suolo il villaggio, ricostruito dieci anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, conservando l’architettura originale.

Ma oltre a tanta storia, Rânes offre momenti di vera beatitudine. Al di là del castello c’è un parco immenso, con un ippodromo, un campo da golf e un grande stagno dove è possibile pescare (pesci e rane, giustappunto) in totale tranquillità. Sono rimasta a bocca aperta nel vedere la cura con cui gli spazi pubblici vengono gestiti (questo vale per tutta la Normandia). Era una giornata quasi estiva, quindi mi sono addentrata nel parco. Penso che le immagini che vedete qui sotto parlino da sole…

Alla prossima!

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